Don Antonio Riboldi, ordinato sacerdote nel 1951, dopo essere stato parroco nel Belice, nel 1978 è stato nominato vescovo della diocesi di Acerra, dove ha rivolto il suo impegno contro la camorra.
L'11 marzo 1978 ricevette l'ordine sacro episcopale, consacrante il
cardinale Salvatore Pappalardo, coconsacranti il vescovo Costantino
Trapani, O.F.M., e il vescovo Clemente Riva, I.C.
Il 25 gennaio 1978 il papa Paolo VI lo aveva nominato vescovo della
diocesi di Acerra, anch'essa terra di complicazioni sociali. Qui
concentrò il suo impegno contro la camorra: attraverso dure prediche ed
esortazioni fatte in chiesa e con la sua azione di persuasione tra i
suoi parrocchiani, contribuì a rompere il muro di omertà, suscitando
pentimenti e collaborazioni con la giustizia. Lo stesso boss Raffaele
Cutolo volle incontrarlo durante la sua detenzione per potersi
confessare. Ha svolto il suo apostolato anche in diverse carceri italiane.
Impegnato in molte attività da conferenziere, Riboldi è direttore responsabile del mensile Amici di Follereau dell'Associazione italiana amici di Follereau (AIFO) che dal 1961 realizza iniziative in favore degli ultimi nei paesi del sud del mondo. Prende inoltre parte alla rubrica a carattere religioso del Giornale Radio di Radiouno, Ascolta si fa sera.
In occasione del compimento dei suoi 90 anni di vita, la casa editrice Mondadori, pubblica nel gennaio 2013, un libro dal titolo 'Ascolta si fa sera. Brevi pensieri oltre gli affanni della giornata': nel testo sono racchiusi i suoi interventi alla trasmissione "Ascolta si fa sera".
Il 30 maggio 2015, nella sede del Consiglio Comunale della città di Acerra, l'amministrazione riunita in seduta solenne gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
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