"Entrare nell'azienda Tibaldi, aggirarsi nei locali dove i lavoratori e i tecnici fanno nascere le penne procura una doppia emozione: che il tempo può essere retrodatato e, insieme, che la modernità è tale se non è mai assoluta ma concede grazia alle eccezioni. Ne nasce l'idea di un laboratorio bodoniano attuale, laddove Bodoni creava i caratteri topografici. Il che è garanzia di classe, di una piccola genialità. Si riflette subito sul concetto di pensiero. Il pensiero si incide sul foglio, sostituendosi ai caratteri bodoniani e affidandosi alla pazienza, all'umiltà servile delle mani: che stringono la penna, si muovono, dirigono la scrittura. Le mani che si intrecciano con la penna come avviene per le mani di un amico, per la bellezza della comlicità".