Davide è un giovane cronista giudiziario entusiasta del suo lavoro. Poi, un giorno, bastano poche parole sussurrate al telefono, per incrinare le sue certezze.
Marco Rivasi, l'amico di sempre, viene arrestato dopo che un imprenditore ha ammesso di aver corrotto politici e funzionari per ottenere le autorizzazioni necessarie alla propria azienda.
È solo un equivoco e presto verrà chiarito, ripete a se stesso Davide. Ma la vicenda, che lo vede sempre più coinvolto soprattutto umanamente, inizia a mostrargli sotto una diversa luce tutto ciò che fino al giorno prima lo eccitava.
Malanni di stagione - con uno stile asciutto e un piglio narrativo incalzante, ironico e irriverente, a tratti grottesco e paradossale, a volte amaro - racconta la vita di tutti i giorni di una piccola città "dalle relazioni corte" partendo da una vicenda che incarna in modo originale e per niente scontato la storia di un sistema giudiziario malato, che entra nelle pieghe dell'animo umano, e delle sue vittime. Una vicenda di ordinaria ingiustizia che vuole dar voce ai tanti uomini comuni dimenticati negli archivi dei tribunali e che fa da sfondo a uno spaccato nel quale protagonista, nel bene e nel male, con i suoi pregi e i suoi difetti, è la provincia.