"Sposato con l'Atalanta e amante della Fiorentina", innamorato del calcio, ma anche di ciclismo, equitazione e scherma - "lo sport della mia gioventù"-, Vittorio Feltri raccoglie in questo volume alcuni dei suoi più riusciti racconti di sport e ritratti di campioni. Feltri entra col suo stile in un mondo a cui solitamente non appartiene e crea ogni volta un capolavoro di autonomia, di schiettezza, ciò che spesso il giornalismo sportivo militante non può permettersi, costretto com'è a restare nei confini della neutralità. Feltri rappresenta il calcio come fa con la politica o con il costume, si serve del suo universo di opinioni scintillanti e indipendenti e si regola come farebbe con un politico: lo tira giù dal suo Olimpo per guardarlo negli occhi. "Altro che giornalismo sportivo anodino e sopra le parti. Nel giornalismo come nello sport si versa tutto se stessi." Accanto alle argute e mai banali pagine dedicate ai tanti, notissimi atleti del nostro panorama sportivo presente e passato - da Federica Pellegrini a Valentino Rossi, da Francesco Totti a Danilo Gallinari, da Valentina Vezzali ad Alberto Tomba, a Felice Gimondi, il campione "vincente anche nelle sconfitte", mancato nel 2019, cui il libro è dedicato -, riaffiorano in queste pagine emozioni e ricordi personali, come le partite giocate nella caserma di Orvieto durante il servizio di leva con l'"eroe gentile" Gianni Rivera. Per Feltri lo sport è cosa seria, anzi serissima: "è rifugio e forza" perché "nello sport c'è dentro la durezza e la bellezza, lo scontro e l'abbraccio, la vita e la morte, simboleggiati dalla vittoria e dalla sconfitta".